Odi et amo

Lettera semiseria ad una prodomme in prepensionamento anticipato

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    Beh, oddio, scomodare Catullo...no, non ne sono degno. Anche perchè sono un po' ignorante in materia. Veramente lo sono tanto, non solo un po'. Ognuno ha i suoi limiti ed a me poesia e latino non son grado.
    Anche perchè non ti odio. Al massimo ti amo blandamente, ecco. Beh, non esageriamo, ti voglio bene. Meglio non impegnarsi troppo per iscritto, non si sa mai.
    Puoi pensare che io ti abbia dimenticata dato che non ti ho più scritto...ma quando ti ho telefonato più volte e non mi hai mai richiamato ho pensato due opposte verità: che io sia colpevole ai tuoi occhi perchè in questi ultimi lunghi anni non sono mai venuto nella tua bellissima città oppure che semplicemente sono un' ancora alla tua vecchia vita, un orpello di cui vorresti liberarti troncando la cima di netto.
    Nel primo caso, lo sai,sono grasso ed ho il sedere pesante...ma non è una scusa sufficiente dato che mi muovo per una birretta ( e questo ti ha indispettito, lo so).
    Nel secondo caso, accetterei volentieri di inabissarmi per sempre e di arrugginirmi in fondo all'oceano,fino a sbriciolarmi, se questo potesse essere per te un sorso del Lete.
    Ad onor del vero ti penso quasi ogni giorno. E' inevitabile: una certa pubblicità, una certa insegna, una certa auto, o meglio , un certo colore di auto, purtroppo molto diffuso, un certo locale a cui spesso sono costretto a passare davanti.
    Ma anche un kindle paperwhite che uso ogni giorno. Se ti chiedi cosa c'entra il kindle non ti crucciare, che ad arrovellarti ti vengono le rughe. Te lo dico io : nulla! Ma lo sponsor reclama il suo spazio. Ed io sono costretto a prostituirmi intellettualmente dato che le tue succedanee sono tutte molto più costose di te, che mossa a pietà dal mio diversamente prestante, diversamente alto, diversamente magro, diversamente bel fisico, ti mettevi la mano, quella che non usavi per torturarmi ferocemente i capezzoli, sulla coscienza, facendomi uno sconto che, a me, meschino taccagno, faceva l'effetto del viagra. Si, sponsor anche qui. D'altronde, se con te mi bastava una volta al mese, con le tue sostitute non mi basta una volta ogni quindici giorni ed i costi salgono.
    Mannagia a te, che beffandoti della Fornero e di quota 102, ti sei ritirata ancor giovine pargola, orbandomi della tua presenza. L'hai fatto per un piccolo ma grande motivo e non solo non ti biasimo, ma sono contento, almeno razionalmente. E' quell'organo imbecille che si ostina a battere irregolarmente nel mio petto,nonostante i betabloccanti ( qui sono in cerca di sponsor, se qualche casa farmaceutica volesse farsi avanti, modifico il post) , che subdolamente, stimolato dagli occhi, accelera improvvisamente pompando ondate di malinconica tristezza in giro per tutto il corpo, fino a raggiungere l'ultima cellula prima della caduta del mio ultimo capello. Perchè non è solo la bellezza che raggiunge il core per gli occhi, ma anche gli stimoli alle rimembranze.
    Bevo tonnellate di birra, pagando in anticipo, nel vano tentativo di dimenticarti, tormentandomi da buon masochista, dato che ogni sorso mi ricorda quanto eri spumeggiante, quanto eri dolce ma anche amara, quanto mi inebriassi con iil tuo profumo di schietta pulizia. O forse lo faccio apposta per ricordare perchè quello che fa più male non sono i ricordi, ma la paura di dimenticare.
    Purtroppo la nebbia invocata da un poeta, il cui nome evoca verdi prati e transumanze di bovini, per nascodere i momenti tristi ormai lontani non fa al caso mio: i miei momenti lontani sono felici, almeno quelli con te. E poi a Milano ormai, chi l'ha più vista la nebbia? Neppure la pioggia, ultimamente. Pioggia che mi ricorda quella volta che, sperduto in mulattiere di campagna , sotto un violento acquazzone in cui non si vedeva ad un palmo dal naso, viaggiavo, timoroso del ritardo, per raggiungerti. Per fortuna avevo i migliori pneumatici estivi disponibili sul mercato ( qui è scaduto il contratto con lo sponsor, per cui ho tolto il nome) e sono arrivato sano e salvo a godermi il sole caldo del tuo sorriso che,immantinente, ha asciugato l'umidità.
    Quel calore e quel sorriso che porto sempre nel cuore e che mi rende impossibile dimenticarti.E questo, paradossalmente, mi fa felice.
     
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