Lascia ch'io pianga

Il masochismo tra cinema filosofia psicoanalisi, di A. Niccolini, Orthotes, Napoli 2017

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    Come ha evidenziato molto bene Deleuze ne Il freddo e il crudele, il masochista è tutto fuorché un innocuo schiavetto nelle mani della propria padrona. Il masochista è al contrario un astuto “burattinaio”, un “grande pedagogo”, in grado di formare la propria padrona in modo tale che questa, comportandosi esattamente come egli vuole, aderisca perfettamente al proprio fantasma. Per questa ragione è un errore pensare che il masochista cerchi un sadico come viceversa è un errore pensare che il sadico cerchi un masochista. La struttura del loro fantasma è, in un certo senso, vicendevolmente incompatibile.
    Per questo motivo Deleuze sottolinea come «ogni persona di una perversione abbia bisogno soltanto dell’«elemento» della stessa perversione, e non di una persona dell’altra perversione».
    In questo modo arriviamo alla radice della sostanziale incongruenza del cosiddetto fantasma sadomasochista. I due universi – quello masochista e quello sadico – sono distinti dal fatto che ognuno di essi rincorre un fantasma che non ha nulla a che fare con il fantasma dell’altro. Questo non implica che non ci sia alcuna possibilità di ribaltamento ma sottolinea la necessità di pensare un eventuale ribaltamento come condizione interna allo stesso fantasma. Detto in altri termini, il masochista può certamente godere sadicamente del proprio corpo così come il sadico può godere masochisticamente della proiezione di sé che fa nel corpo dell’altro, ma questo non fa del masochista un sadico rovesciato e viceversa. Se un fantasma ne sfiora un altro, e talvolta lo abbraccia, è perché quest’altro fantasma rientra nella logica del primo – logica che però non ha nulla a che vedere con la logica del secondo. La caduta non avviene mai in un altro fantasma ma sempre nell’immagine dello stesso. Per questa ragione si può dire che, in modo molto simile a Narciso, quello che il masochista cerca non è altro che la propria immagine riflessa, ossia quell’immagine che solo apparentemente gli si oppone, essendo in realtà l’immagine speculare dello stesso.
    Da questa prospettiva la padrona appare solo come il frutto di un inganno che la riduce a mera facente funzione utile solo al fantasma del masochista. Ciononostante non va sottostimato il ruolo che lei riveste nel fantasma. Se infatti il masochista spende così tanto tempo a cucirle addosso un abito è perché il suo è un ruolo fondamentale. Questa deve infatti a sua volta essere in grado con quell’abito di ingannare l’Altro inducendolo ad accanirsi sul masochista. Da qui tutta l’importanza che la simbologia del dolore, dell’umiliazione e dell’annullamento riveste per l’universo masochista. Se infatti il luogo dell’Altro non può far altro che separare il soggetto dal godimento del reale, allora è proprio
    in quel luogo che la mimesi con l’oggetto a deve compiersi in modo tale che l’Altro, invece di essere la schermo contro il reale, ne diventi il viatico. Farsi strumento del godimento dell’Altro non significa nient’altro per il perverso che ingannare l’Altro quanto più possibile circa la propria immagine in modo tale che
    questi, preso com’è dal tentativo di salvarlo dall’oggetto a, lo “uccida” con esso. Solo facendo emergere la propria immagine come riflesso di a il masochista può -di nuovo come Narciso- sprofondarvi all’interno. Solo così al masochista è concesso di godere fino alla fine di se stesso. Appare allora evidente come nel fantasma masochista ci sia sempre un doppio regime di inganno che, come il nastro di Möbius, va ad attorcigliarsi attorno al soggetto dando vita proprio a quella spirale che non a caso definiamo perversione. In essa l’inganno è già da sempre autoinganno. Un autoinganno teso a nascondere quel segreto che la padrona si trova inavvertitamente a custodire dallo sguardo dell’Altro. È infatti proprio nel terrore che l’Altro lo scopra che il masochista lo cede alla propria padrona nella speranza che questa – che in fondo è madre possa celarne per sempre il contenuto. Se la sottomissione del masochista viene sempre platealmente esibita, non è perché la padrona lo ha in qualche modo tradito, ma al contrario è perché il modo migliore di nascondere un segreto è -come insegna la vicenda della lettera rubata-quello di lasciarlo alla mercé di chiunque. Mostrare all’Altro tutta la miseria di cui lo schiavo è capace ha il solo scopo di creare quella paradossale rete di inganni che lo intrappola impedendogli così di vedere chi realmente si nasconda dietro a, impedendogli cioè di vedere che «è la vittima a parlare attraverso il proprio carnefice, senza risparmiarsi». L’ironia tragica che sostiene quella barzelletta tanto seria che la comunità BDSM chiama safeword si nasconde proprio dietro a questo autoinganno. Con la safeword si crede infatti di poter salvaguardare il masochista dagli attacchi del suo sadico senza accorgersi che l’intera faccenda non si situa mai a livello dell’altro, ma sempre dell’Altro – ossia di quella struttura che il masochista stesso inganna per perseguire il proprio godimento.
    (...)

    Edited by camerierina - 22/12/2022, 23:25
     
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    Beh che dire? Mi hai stuzzicato parecchio così l'ho scaricato. Poi lo leggerò
     
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    Nel PDF è leggibile un solo capitolo del libro. La citazione di Deleuze è interessante, fatico a capire di Lacan la differenza fra altro vs Altro, lo spazio a.
     
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    CITAZIONE (camerierina @ 23/12/2022, 10:55) 
    Nel PDF è leggibile un solo capitolo del libro. La citazione di Deleuze è interessante, fatico a capire di Lacan la differenza fra altro vs Altro, lo spazio a.

    Tu l'hai letto il freddo e il crudele di Deleuze ?
    è un testo eccezionale
     
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    Per questa ragione è un errore pensare che il masochista cerchi un sadico come viceversa è un errore pensare che il sadico cerchi un masochista.
    La difficoltà pratica a sostenere una coppia o una relazione SM forse deriva da questo; forse la relazione del maso/sub è con la propria sottomissione è un cortocircuito, per traslare la relazione con l'altra persona occorre un contatto un interruttore.
    La mia relazione sadomaso non aveva empatia, forse entrambi inseguivamo i nostri due fantasmi..
     
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    Certe cose le avrai col tempo, certe altre non le avrai mai. - "Diaframma"

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    CITAZIONE (camerierina @ 23/12/2022, 13:37) 
    Per questa ragione è un errore pensare che il masochista cerchi un sadico come viceversa è un errore pensare che il sadico cerchi un masochista.
    La difficoltà pratica a sostenere una coppia o una relazione SM forse deriva da questo; forse la relazione del maso/sub è con la propria sottomissione è un cortocircuito, per traslare la relazione con l'altra persona occorre un contatto un interruttore.
    La mia relazione sadomaso non aveva empatia, forse entrambi inseguivamo i nostri due fantasmi..

    sì, è così.
     
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    CITAZIONE (camerierina @ 23/12/2022, 10:55) 
    Nel PDF è leggibile un solo capitolo del libro. La citazione di Deleuze è interessante, fatico a capire di Lacan la differenza fra altro vs Altro, lo spazio a.

    Sì ho notato che dalla pagina 9 passava direttamente alla pagina 139. Peccato -_-
     
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8 replies since 22/12/2022, 15:42   181 views
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